LE
CELLULE STAMINALI TUMORALI
Ebbene
si! Oltre alle cellule STAMINALI EMBRIONALI TOTIPOTENTI e
MULTIPOTENTI e alle STAMINALI SOMATICHE (o adulte), presenti ovunque
nel nostro organismo e che, in caso di attivazione, a differenza di
quelle embrionali, hanno già una sorta di indirizzo e di destino
evolutivo, esistono purtroppo anche le CELLULE STAMINALI TUMORALI.
Negli ultimi anni i ricercatori hanno fatto passi da gigante nel
campo delle cosiddette stem cells riuscendo tra
l'altro a produrre in laboratorio le cosiddette cellule
staminali iPS (induced pluripotent stem cells), facendo in
pratica regredire le staminali somatiche ad uno stadio embrionale di
pluripotenza con un potenziale largo utilizzo futuro in svariati
campi della medicina: infatti, avere a disposizione cellule che si
possono differenziare in diversi tipi di tessuti apre scenari
straordinari per le cure mediche dei prossimi anni. La ricerca però
ha anche evidenziato l'esistenza delle STAMINALI TUMORALI la cui
presenza probabilmente correla con l'aggressività e con il maggior
rischio di recidiva del tumore: pare infatti che le staminali
tumorali, che tra l'altro non vengono distrutte dalla chemioterapia,
possano rimanere in uno stato di quiescenza per molti anni salvo poi
attivarsi e proliferare qualora trovino le condizioni favorevoli,
provocando una recidiva della malattia. In molti tipi di tumore è
stato dimostrato che il loro numero determina l'aggressività della
malattia e la sua capacità di ripresentarsi anche a distanza di
molti anni. Ma come si attivano queste cellule e cosa provoca questo
loro infausto risveglio? Gli studi si stanno concentrando soprattutto
su alcuni geni che sembrano avere un ruolo fondamentale nei
meccanismi che portano alla genesi dei tumori : ad esempio sul
cromosoma 17 è stato individuato il gene TP53 che è stato definito
“ il guardiano del genoma” … anomalie di questo gene (mutazioni
e delezioni) sono state riscontrate in oltre il 50% dei tumori (anche
nella SLA); ma come funziona questo “guardiano”? Quando agenti
mutageni colpiscono le nostre cellule danneggiando il DNA delle
stesse, il gene TP53 si attiva e codifica una proteina chiamata p53
la quale innesca una serie di reazioni biologiche che bloccano la
divisione cellulare in fase G1 del ciclo cellulare; questo blocco
temporaneo consente ai meccanismi di riparazione del DNA di
intervenire per correggere il danno o, qualora questo non fosse
riparabile, inducendo l'apoptosi (morte cellulare) prima che la
cellula mutata si possa replicare. Un ruolo quindi fondamentale in
grado di garantire il pieno controllo della proliferazione cellulare.
P53 inibisce anche la neoangiogenesi (cioè la proliferazione di
nuovi vasi sanguigni indispensabili ai tumori per crescere). In
presenza di anomalie del gene TP53 dunque si determinano anomalie e
malfunzionamento della proteina P53 e quando ciò accade le cellule
staminali tumorali proliferano più facilmente! Esistono sicuramente
anche altri meccanismi che regolano l'attività e quindi
l'aggressività delle cellule staminali tumorali e recentemente un
altro fatto molto importante sembra emergere in modo chiaro dalle
ricerche: è stato infatti dimostrato che un corretto stile di vita è
in grado di ridurre in modo significativo il numero e l'attività
delle cellule staminali tumorali e questo spiegherebbe la conseguente
netta riduzione del rischio di recidiva in quelle persone che, dopo
la diagnosi di tumore, modificano le proprie abitudini di vita
uniformandole alle Raccomandazioni WCRF-AIRC!
2°
RACCOMANDAZIONE SPECIALE WCRF-AIRC : “I
MALATI ONCOLOGICI DEVONO SEGUIRE TUTTE LE RACCOMANDAZIONI WCRF-AIRC
PER LA PREVENZIONE DEL CANCRO* con particolare
riguardo all'alimentazione, al peso corporeo e all'attività fisica”.
* salvo
rare eccezioni.
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